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Disponibilità di operatori sanitari e accesso universale alla salute

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L’ONU, nei suoi obiettivi per uno sviluppo sostenibile, e l’OMS, nella recente “Strategia per la forza lavoro per la salute”, hanno evidenziato come gli operatori sanitari, il cui lavoro è promuovere e migliorare la salute, abbiano un ruolo fondamentale nella realizzazione del principio dell’universalità di accesso all’assistenza sanitaria. Il Global Health Observatory dell’OMS pubblica i dati sulla densità della forza lavoro in sanità per vari paesi e per tipo di profilo (medici, infermieri e ostetriche, dentisti, farmacisti e altre categorie), ma alcuni limiti metodologici, nonché la mancanza di standardizzazione tra le fonti e le differenze potenziali da paese a paese nella definizione di alcuni profili professionali, limitano la comparabilità di questi numeri.

Per superare tali limiti, lo studio condotto dal Global Burden of Disease Study 2019 e pubblicato sul Lancet, ha utilizzato fonti di dati standardizzate per stimare la densità globale delle risorse umane impegnate nell’area salute in 204 paesi, articolate in 16 profili, con una serie temporale che va dal 1990 al 2016, e ha esaminato la relazione esistente, nei vari paesi del mondo, tra i sottoinsiemi dei profili professionali e la performance dei sistemi relativamente all’accesso universale all’assistenza.

I dati analizzati mostrano che dal 1990 al 2019 la forza lavoro sanitaria è cresciuta costantemente. Ci sono state, però, differenze sostanziali tra le aree del mondo considerate dal Global Burden of Disease che si sono tradotte in una scarsità sostanziale di lavoratori in sanità se comparata con il livello minimo di forza lavoro che si è stimato necessario affinché possa essere raggiunto l’obiettivo di una copertura universale del diritto alla salute.

Rispetto alla soglia costruita dal gruppo di lavoro, la maggiore scarsità e difficoltà di raggiungimento della soglia si ha nelle regioni dell’Africa subsahariana, dell’Asia meridionale, del Nord Africa e del Medio Oriente. In termini di mancanza assoluta, il gap più alto è stato osservato nell’Africa subsahariana, con una carenza di risorse umane pari a più di metà della carenza globale in ogni profilo professionale. Nell’Asia sudorientale e orientale e in Oceania si rileva una carenza di medici pari a -995.000 unità, di infermieri/ostetrici pari a -8,8 milioni di unità, di personale odontoiatrico pari a -745.000 unità e di personale farmaceutico pari a -560.000 unità.

D’altra parte, c’è una variazione sostanziale nel raggiungimento effettivo della copertura sanitaria universale e di determinati livelli di risorse umane disponibili anche entro le stesse aree. Questo suggerisce che aumentare le risorse umane è uno, ma non l’unico elemento da considerare per mettere a punto una strategia più ampia per aumentare la copertura sanitaria. Per raggiungere la copertura universale si dovrà anche garantire condizioni di lavoro migliori agli operatori sanitari aumentando il coinvolgimento, la soddisfazione e, in definitiva, la produttività della forza lavoro.
Altre strategie potrebbero includere la formazione dei medici per lavorare nelle zone rurali, l’ampliamento dei programmi di salute pubblica e il maggiore accesso ai farmaci essenziali.

L’articolo

Da Care 3-2022

Fonte GBD 2019 Human Resources for Health Collaborators. Measuring the availability of human resources for health and its relationship to universal health coverage for 204 countries and territories from 1990 to 2019: a systematic analysis for the Global Burden of Disease Study 2019. Lancet 2022; 399 (10341): 2129-2154

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